Nel Cielo del 1 giugno 2025 si consuma un bacio antico e dimenticato. Venere e Chirone si sfiorano nelle acque abissali dei Pesci. Non è un incontro qualunque: è la Congiunzione tra la ferita che non guarisce e l’amore che tutto desidera. È la carezza dell’amante sul taglio ancora aperto. È la bellezza che sanguina e, sanguinando, si fa medicina.
Venere, dea del piacere, dell’armonia, dell’unione, abbandona le sue vesti di luce per immergersi nel mare oscuro dove Chirone – il guaritore ferito – abita il ricordo del dolore primordiale. Lì, nel Segno dei Pesci, dove le forme si dissolvono e i confini si fanno nebbia, il desiderio incontra la memoria. L’amore incontra la frattura. La bellezza si piega davanti alla verità.
Non c’è salvezza in questa Congiunzione. Ma c’è grazia. C’è la possibilità di redimere l’amore non attraverso il possesso, ma attraverso la compassione. Di riconoscere che ogni abbraccio è anche una cicatrice. Che ogni bacio è anche un addio. Che l’Estasi è sorella della perdita.
Chirone non guarisce: insegna a danzare con la ferita. Venere non consola: mostra quanto splendore può contenere un’Anima spezzata. I Pesci, ultimi tra i segni, chiudono il Ciclo Zodiacale e aprono la Porta al dissolvimento. In questo scenario, il bacio tra i due non è fusione, ma trasmutazione.
E poco distante, nell’eco silenziosa dei gradi più profondi, Saturno e Nettuno continuano la loro unione. Il Tempo e il Sogno si guardano. Il limite e l’infinito si sfiorano. Saturno, il costruttore, e Nettuno, il dissolutore, vegliano su Venere e Chirone come Antichi Dèi che conoscono già l’esito del dramma: non c’è amore senza dolore. Non c’è guarigione senza accettazione del naufragio.
Il 1 giugno 2025 non è un giorno, ma un Portale. Un invito a scendere. A baciare le proprie ferite. A fare della fragilità un Tempio. A scoprire che laddove il Cuore sanguina, nasce una rosa. Una Rosa d’acqua, che si apre solo nell’Ombra.
E in quel giardino invisibile, sotto il Cielo silenzioso, chi ha davvero amato potrà dire:
"Questa è la mia ferita. Questo è il mio incanto."
(Federico Bellini)