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IL SISTEMA FAMIGLIARE HA SEMPRE RAGIONE?

2024-06-20 12:25

LaCrona Publishing

Parole di saggezza, Vision-Mission,

IL SISTEMA FAMIGLIARE HA SEMPRE RAGIONE?

La famiglia ha sempre ragione?Partiamo dal principio.Nella prima parte della vita si vive il karma con le figure autoritarie e qui si nasconde il nost

La famiglia ha sempre ragione?

Partiamo dal principio.

Nella prima parte della vita si vive il karma con le figure autoritarie e qui si nasconde il nostro rapporto con queste figure.

Diciamo che, proprio nel momento in cui dovremmo rimanere sempre più agganciati alla nostra Essenza e al nostro potere personale, noi siamo educati a sganciarcene. Ed ecco che creeremo le dinamiche con le forme di potere.

Il karma più pesante poi è con i genitori, sono loro i principali specchi su cose che ci riguardano e che spesso non riconosciamo.

Mi è capitato spesso di sentire la classica frase: “Io non voglio diventare come mia madre, come mio padre, non sarò mai come loro”.

Eppure…

Quasi sempre si diventa esattamente come loro.

Perché accade?

Attenzione a questo passaggio.

Noi non diventiamo come loro, semplicemente eravamo già come loro.

Loro ci fanno da specchio.

I genitori sono espressione di karma nel senso che sono quello che hai fatto a te stesso e che hai permesso agli altri di fare a te stesso.

Tutto quello che hai sabotato o bloccato ti viene riflesso nel genitore.

Questo perché possiedi tre canali energetici:

Il Lunare: Femminile.

Il Solare: Maschile.

E il Canale della coscienza.

All’interno di questi canali ci sono memorie di esperienze con il femminile e con il maschile.

E, in base alle cose irrisolte nel tuo aspetto femminile o maschile, viene attratto quel tipo di genitore.

Tieni presente che considerando il tuo sesso, il canale energetico opposto sarà quello inconscio.

Perciò se hai bloccato il tuo maschile attrarrai un genitore che ti blocca l’evoluzione del tuo maschile. Se hai bloccato il femminile attrarrai una madre anaffettiva, per esempio.

E questo riverbera in generale anche con tutti i membri della famiglia.

Quindi, a un certo punto, non si tiene tanto conto se è la zia, il papà, la nonna il problema, ma se è un problema energetico di tipo femminile o maschile.

E se non risolvi questi problemi con la famiglia cosa accade?

Semplice, tu ti porti dietro quei nodi irrisolti maschili e femminili tanto da riviverle con le altre relazioni interpersonali in base al sesso della persona.

Un altro quesito fondamentale che mi viene posto è se i genitori ci feriscono per primi oppure nasciamo già con delle ferite.

Bisogna considerare che i genitori possono sì ferirti, ma ti feriscono nelle vecchie ferite che tu hai già inflitto a te stesso con il karma.

Dietro una ferita c’è una memoria karmica.

Ed è come se i genitori fossero stati costretti a riaprire vecchie ferite delle tue vite passate.

Sono come rappresentazioni di archetipi, di energie.

Prova a osservare i tuoi genitori, le loro paure e identificazioni e come le proiettano su di te, come e dove cercano di bloccarti, di boicottarti e dove cercano di aiutarti e di stimolarti, invece.

Sono tutti specchi. Specchi di quello che hai fatto e ancora fai a te stesso da chissà quante “vite”.

Per questo è stata scelta questa famiglia piuttosto che un’altra, per permetterti di evolvere.

Proprio perché rappresenta alcuni lati che puoi, ma soprattutto devi trasformare in questa vita.

Cambia la prospettiva adesso o sbaglio?

La famiglia non puoi vederla come il colpevole di tutti i tuoi problemi, come un ostacolo, come la fine della tua felicità, la potrai solo guardare con compassione, come il terreno migliore per la tua crescita.

Ma la maggior parte delle volte questo non accade.

Si verificano due scenari: O ci si attacca e ci si identifica con la famiglia e i suoi modelli oppure ci si ribella e ci si allontana il più possibile.

Nessuno dei due casi ti permette realmente di evolvere e liberarti.

E adesso vedremo perché.

Non basta tagliare il cordone ombelicale alla nascita

Prima di tutto parliamo del primo lato.

Come abbiamo già accennato, il meccanismo di identificazione e attaccamento al sistema familiare e alle dinamiche di famiglia non permette di risvegliarti alla tua coscienza/individualità.

Osserva un animale, per esempio.

Appena è autonomo per la sua sopravvivenza lui si stacca o viene cacciato dal gruppo.

Questo non accade nell’essere umano da ormai tempo. Possiamo dire che il processo di crescita interiore è rallentato.

Siamo in una situazione di forte identificazione con il sistema familiare.

Non ci si stacca dai genitori e loro non si staccano da noi.

E così non riesci a trovare la tua strada e nemmeno a risvegliare la tua coscienza.

Non trovi chi sei davvero, al di là della tua famiglia.

Che vocazione hai?

Che talenti hai?

Queste cose non hanno niente a che vedere con la tua famiglia biologica.

La famiglia è solo un canale per aiutare l’anima a fare la sua strada.

E intendo la sua strada, non quella del sistema familiare.

Agisce fino a quando il sistema corpo, mente ed emozioni sono abbastanza mature per seguire il progetto dell’anima, il motivo per cui è tornato qui (il suo dharma).

Se non accade questo si genera karma.

Guardando ai nostri tempi, i bambini non vengono educati a cavarsela da soli, a trovare la loro strada nella vita.

Addirittura, troppo spesso, la madre educa il figlio con l’idea che non se ne andrà.

Ecco perché poi è così difficile sganciarsi dall'inconscio familiare.

Ed ecco perché non avendo tagliato il cordone ombelicale, noi riviviamo i nostri drammi familiari. Classico copione che si può osservare nelle convivenze.

“Lo stare insieme in una casa” diventa il luogo di manifestazione dei propri modelli vissuti in famiglia.

Allora le persone mi chiedono se fosse la stessa cosa se si ribellassero?

Purtroppo devo darti una cattiva notizia a riguardo.

Perché no, non cambia niente.

Certe informazioni saranno impresse nel campo cosciente anche se te ne vai.

Scendiamo nel dettaglio.

Comprendi che ribellarsi non è essere se stessi. Punto.

Essere se stessi vuol dire liberi dal karma, essere se stessi in ogni relazione.

Tanti pensano mi ribello a tutti o non coltivo nessuna relazione così sono a posto, posso essere me stesso.

No. Non è proprio così.

Tieni presente che il focus, quando subisci qualcuno, parliamo dei genitori in questo caso, sono loro.

Quando ubbidisci, il focus sono ancora loro.

E quando ti ribelli?

Indovina un po’? Sì, sono ancora loro.

Perché?

Perché semplicemente non sei centrato.

Ancora non sei chi vuoi, non fai ciò che vuoi.

Che tu sia accondiscendente o ribelle non cambia niente, il focus ancora una volta sono loro non tu.

Focus su come loro ti vedono, su come ti giudicano, su come ti trattano.

La tua mente è assorbita in questa ribellione e non è ancora libera di fare la sua strada. E questa non è libertà. Non sei ancora focalizzato su ciò che vuoi realmente, su ciò che è legato alla tua coscienza, ma su ciò che non vuoi, che dipende ancora da loro…

Ecco il vincolo.

Che poi, siamo onesti, quando ci si ribella a tutti i costi, cosa si prova?

Si prova un senso di pace interiore? Serenità e spensieratezza?

O ci si fa consumare da rabbia, cinismo, odio e tanto risentimento?

Cosa c’è di liberatorio in tutto questo?

Poi vedremo perché accade, ma basta già iniziare a comprendere che la ribellione, il fare l’opposto di quello che vogliono gli altri, non è ancora fare quello che si vuole. Non è ancora risveglio.

“E se io me ne vado dalla famiglia? Scappo il più possibile?” È possibile che te lo sia chiesto anche tu.

Per risponderti, considera che la distanza fisica può aiutarti in quel momento, certo, ma, come abbiamo visto prima, il legame esiste ancora.

C’è ancora karma, perché dietro c’è la credenza, i pensieri e quindi anche uno stato che comporta un certo tipo di emozioni.

Non c’è ancora accesso alla tua coscienza, non sei ancora te stesso, ma succube del sistema familiare o di quello sociale.

Piuttosto evidente se ci pensi.

Tu puoi andartene anche in Antartide o rinchiuderti in una grotta da solo, ma qualcuno probabilmente lo incontrerai comunque. E, soprattutto, la mente, i tuoi pensieri, le tue credenze, tu te le porti dietro, la testa non la stacchi dal corpo e la lasci in casa con la tua famiglia di origine. O sbaglio?

Per questo dire “Io non sarò mai come mio padre” o “come mia madre” non è garanzia di successo. Anzi, se non fai un lavoro su te stesso per ripulire il karma, tu diventi esattamente come loro invece.

Se sei nato da loro, hai un karma simile al loro.

Le caratteristiche che ti danno più fastidio di tua madre e di tuo padre, di solito, sono anche le tue. O comunque sono lì per farti vedere qualcosa.

Questo è importante capire.

Perché quando cresci e si moltiplicano le interazioni con le persone, sperimenti il karma di relazione.

E tutto quello che non hai lasciato dalla famiglia te lo ritrovi in queste di relazioni.

Ma come puoi trasformare le cose allora?

Tu trasformi le cose quando lasci andare il passato.

Rimani concentrato perché questo è fondamentale.

Infatti, con “passato” non parlo del ricordo, ma della carica energetica riguardo al passato.

Non basta allontanarsi o aver fatto pace fuori per chiudere i cerchi. I cerchi vanno chiusi interiormente.

È lasciando andare la carica emozionale, che il ricordo non fa più male.

Ripeto: Lasciare andare l’emozione, non tanto il fatto in sé.

Tu non hai chiuso il rapporto, il vincolo, se non hai chiuso bene anche con l’emozione.

Questo è il nocciolo.

Se non lavori sul nodo karmico, su ciò che dovevi vedere e capire in quella relazione, continui a ricreare le stesse dinamiche nelle nuove relazioni. Come un loop indissolubile.

Perché il karma negativo di relazione crea così tanta sofferenza?

Perché non ci lavori. Questo è il negativo.

Se rifiuti di guardare i tuoi problemi e continui a voler cambiare l’altro o a dargli la colpa, non cambierà mai niente.

Tieni presente che noi ci mettiamo un’energia allucinante a proteggere le nostre ferite, facciamo di tutto perché l’altro non tocchi.

Cerchiamo di controllare le persone per tenerle lì nell’angolino.

Cerchiamo di reprimere noi stessi.

E se l’altro fa la stessa cosa? E tranquilli che l’altro fa esattamente la stessa cosa.

Molti miei studenti venivano da me tutti terrorizzati.

“Non riesco più a far pace con il mio ex, voglio chiudere i miei cerchi, ma lui non mi vuole avvicinare, non è disposto a chiarire. Cosa devo fare?”

Non soffermarti a sistemare fuori pensando che questo sistemi dentro.

Ciò che fa la differenza, ciò che ribalta la tua vita è sistemare dentro più che fuori.

Lascia stare il rapporto e la persona in questione, focus nel cuore.

Perché dico questo?

Perché ogni relazione lascia delle impronte energetiche karmiche al tuo interno.

Il problema parte dall’interno verso l’esterno, non il contrario.

Trasforma le tue tracce karmiche e il fuori poi cambierà da solo.

Spesso l’altra persona ti lascia libera e se ne va perché non può più farti da specchio, oppure smette di essere in quel modo lì e cresce anche lei con te.

La tua vita cambia totalmente anche riguardo a chi attrai.

Se ti dovessero arrivare certe persone che non ti stanno bene, tu puoi dirgli semplicemente di no, perché lavorando su te stesso non hai più bisogno di passare per certe esperienze.

Prima ci cadi dentro e non puoi farci niente. Non c’è consapevolezza.

Ma ora sì. Ecco la libertà di dire sì / no. La libertà di scegliere.

Ricevo continuamente domande del tipo: “Cosa devo dire?”

“Come faccio a comunicare meglio i miei bisogni?”

“Come faccio a parlare con un partner che fa muro a ogni mio tentativo di comunicazione?”

Ti rispondo con la verità:

Non è facile comunicare quando c’è di mezzo il karma. Non è affatto facile.

Se in una relazione è importante comunicare i propri bisogni, quando il karma ci fa compagnia, spesso, o non si riesce o magari l’altro non ci ascolta ecc.

La soluzione è partire a lavorare su se stessi.

Perché aspetti che la relazione porti a galla il dolore? Prendi subito in mano la situazione.

Non ha senso scappare senza risolvere.

E non ha senso nemmeno lavorare sulla coppia, sulla famiglia ecc.

Devi lavorare su te stesso, sui tuoi modelli e nodi energetici, karmici.

Non si lavora mai sulla relazione, ma si lavora su ciò che la relazione ti ha fatto vedere di te.

Rifletti che tutto quello che ti circonda è lì per mostrarti qualcosa di tuo.

Per questo è importante vederlo e lavorarci interiormente.

Tagli il cordone ombelicale lavorando sulle ferite, non focalizzandoti su chi te le ha fatte. Continua pure a rimuginare con chi ti ha ferito e non farai altro che rafforzare il vostro legame distruttivo e la ferita stessa.

DISCLAMER

il materiale postato che viene dalla mia personale esperienza di lavoro interiore e spirituale ed ha come unico scopo quello di portare degli spunti di riflessione e di osservazione di sé.

Starà poi a noi e alla nostra intelligenza e sensibilità di non usare queste osservazioni e riflessioni per giudicare se stessi, per giudicare gli altri, per sentirsi in colpa, per sentirsi sbagliati, per dare la colpa agli altri e al mondo della propria condizione.

Roberto Potocniak

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