Odio, odio, odio, ma di quanto odio abbiamo bisogno per crederci vivi?
La guerra di tutti contro tutti ci mostra ogni giorno di più lo spirito assassino che anima tutto questo mondo al collasso.
E la guerra deve sempre cancellare i volti, deve trasformare il nemico in un mostro, in un dèmone, non umano.
Perciò dovremmo imparare ad opporci con durezza solo ai sistemi della menzogna, tentando sempre di salvare gli esseri umani, anche i più malvagi.
Di recuperarli.
San Francesco, contro l'opinione di tutti, va a cercare il famoso lupo di Gubbio, che tormentava tutta la popolazione.
Non ha paura.
Primo dato: bisogna andare a cercare il nemico.
Quando lo incontra lo chiama "frate lupo", ma lo redarguisce durissimamente: "Tu sei degno delle forche come ladro e omicida pessimo".
Secondo dato: nessuna indulgenza, nessuna minimizzazione dei crimini, ma al contempo una certa apertura, che renda possibile un dialogo.
Poi Francesco fa un passo verso il lupo e gli dice: "io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male".
Terzo dato: anche il nemico ha le sue ragioni, e anche il popolo ha i suoi torti, in quanto ha affamato il lupo.
Per cui Francesco chiede al popolo di dare al lupo "ogni dì le cose necessarie", e il popolo accetta, mentre anche il lupo conferma l'accordo "levando il pié ritto, sì il puose in mano di Santo Francesco".
Quarto dato: la pace si fa col nemico, tentando fino alla fine di evitare qualsiasi ulteriore violenza, e specialmente riconoscendo i suoi diritti.
Questo è il futuro, non ci sono dubbi, e san Francesco è proprio quel "nuovo uomo", che già i contemporanei avevano contemplato con grande ammirazione.
Tutti questi omuncoli invece capaci solo di armarsi, e di minacciare morte e distruzione sono una stirpe in estinzione; ma anche a loro offriamo il patto della conversione reciproca, e della pace:
Fate così, perché siete terribilmente infelici!
Cambiate mente, cambiate vita, e costruiamo insieme, convertendoci insieme, un tempo di persone più felici, una festa con le giovani russe e i giovani ucraini, un gran banchetto con le donne iraniane e i ragazzi ebrei, impariamo a celebrare e ad amare, impariamo a cantare, impariamo ad ascoltare il suono melodioso delle sfere, impariamo ad essere umani, e cioè ad essere Dio.
Marco Guzzi
Foto di Chris Ensminger su Unsplash