In Matrix ci sono due momenti importanti del film: Neo prima impara a schivare le pallottole poi ad un certo punto impara a fermarle.
Che significa da un punto di vista ermetico ed alchemico?
Le pallottole sono tutto ciò che prendiamo sul personale e che quindi ci ferisce (le 5 ferite).
Siccome abbiamo paura di essere feriti, la prima cosa che ci viene insegnata (famiglia, media, istituzioni, amici...) è quella di scappare dal dolore ricercando il principio di piacere freudiano.
Questo comportamento, è scientificamente provato in psicologia clinica che porta ad attacchi di panico, ansia diffusa ed infine alla depressione.
La seconda cosa che apprendiamo quindi è vedere le pallottole che arrivano difendendoci imparando a schivarle, deviandone anche la portata.
Questa situazione si attiva quando riusciamo a contrastare qualcuno o qualcosa non interpretando la maschera dei passivi, ma ingaggiando con il nostro avversario: diventiamo guerrieri ombra.
Imparare a schivare le pallottole, per poi sparare, non è sufficiente perché è solo una tappa che serve ad arrivare alla fine: neutralizzare le pallottole.
Infatti chi esagera nella seconda fase (schivare e contro attaccare) alla fine ingaggia inizialmente tenendo testa ma poi fugge... (quello che succede anche nel primo film di Matrix).
Che fare allora?
Cosa bisogna fare per fermare le pallottole?
Purtroppo non è così semplice da apprendere. Cercherò di spiegarlo nel modo più semplice che posso.
Bisogna comprendere innanzitutto che ogni pallottola che ci ferisce ha uno scopo preciso: mortificare il nostro io.
Dato che abbiamo paura delle continue mortificazioni, che in realtà se sapute integrare portano alla adultitá, tendiamo ad evitarle.
Ma ogni cosa che evitiamo o respingiamo ritornerà ancora più forte.
A questo punto iniziamo ad allenarci a non farci più ferire dalle pallottole.
L'allenamento è fatto di una cosa sola: consapevolezza che quegli insulti li stiamo attivando noi per imparare proprio questo: nulla mi può ferire se io non mi sento ferito ed identificato con quegli insulti.
Se io capisco che l'altro sta solo attivando uno schema suo personale che però individua me come bersaglio per farmi allenare, riesco ad entrare in quella mentalità.
Ad un certo punto riusciremo a rimanere calmi quando "tutti intorno a noi perderanno la testa e ce ne incolperanno" (cit. Kipling).
A quel punto chi scaglia il proiettile non avrà più nessuna gratificazione perché più spara più non ci ferisce... Più ci attacca più non ci farà male. Sente e percepisce la nostra indifferenza. Non si crea più un entanglement, un ingaggio, in quel teatro marziale.
Si sente solo l'eco dello sparo.
E quando non c'è ingaggio, perché nulla ci può più ferire, solo allora sentiremo la mente vuota di tutte quelle vocine di rabbia e rancore.
Solo allora quel vuoto si manifesterà nei nostri occhi che diventano fissi, spaventosamente vuoti e scarichi di ogni emozione reattiva.
Quello sguardo fa paura e terrorizza chi invece vive prendendo tutto sul personale...
In quello sguardo non c'è fuoco ma acqua radicata in terra.
L'avversario non sa più reggere quel livello energetico basato sul vuoto pregno.
Siamo diventati un muro di gomma sì, ma solo dopo aver attraversato le altre due fasi e averle interiorizzate.
Ora siamo pronti.
Pronti a vivere.
Puoi sparare forte quanto vuoi, puoi menare tosto quanto vuoi... Non sentirò nessuna identificazione in quel dolore e allora avrò potere sul mio dolore e sul bambino che, diventando adulto, non si sente più ferito perché capisce che dall'altra parte c'è una persona a sua volta ferita, vittima della reattività emotiva nella quale prima ero caduto anche io.
Si innesca la pietas...
Lo sguardo cambia.
L'energia cambia...
E a quel punto tutto il mondo intorno a noi cambia. Non perché cambi realmente, ma perché sono le nostre percezioni che lo rendono diverso.
Un mondo fatto di dolore e sofferenza che non è più in grado di farci soffrire ma che invece diventa il nostro campo di allenamento: imparare a trasmutare le ombre in luce.
Allora Neo si alza, vede le pallottole avvicinarsi e dice:"NO".
Alza la mano e le ferma, con uno sguardo che è quello che ho descritto.
E voi... Come state messi a pallottole??
Buon allenamento
Gabriel Darn